L’inverno e l’elemento acqua
Piccola premessa:
Nella visione estremo orientale le polarità yin/yang possono essere considerate due fasi di un movimento ciclico in costante trasformazione; descrivono un modello vantaggioso, per dare e mantenere un ordine rispetto a ciò che siamo in relazione a ciò che ci circonda.
Il modello dei 5 elementi (acqua/legno/fuoco/terra/metallo) rappresenta il differenziarsi dello yin/yang, espressione delle diverse qualità del qi.
I cinque elementi "comprendono e riassumono in sè, le possibili forme del reale. Sono dunque cinque fasi di aggregazione della materia, ma anche cinque modalità di comportamento dell'energia, nonchè cinque fasi di trasformazione. Ogni cosa e ogni fenomeno possono essere classificati, per analogia, in base a questi grandi sistemi di riferimento".
Anticamente, all’origine della loro definizione, maturata da una cultura intimamente legata all’ordine della natura e alla sua osservazione, lo yin rappresentava il lato in ombra di una collina e lo yang la parte soleggiata.
L’immagine va interpretata come tale, il pensiero orientale tende a esprimersi per mezzo di analogie, di conseguenza lo yin è associato all’oscurità, al freddo, al nascosto al riposo, alla notte. Lo yang alla luce, all’attività al movimento.
E ’utile precisare che nessuna di queste definizioni rappresentano connotazioni di valore morale (buono/cattivo) bensì semplici tratti distintivi di stato.
L’espressione del movimento delle due polarità, può manifestarsi in situazioni che esprimono varie gradazioni di minimo e massimo, assumendo connotazioni sfaccettate, con la possibilità di ricavare relative analisi e chiavi di lettura molto complesse.
La successione delle stagioni è intimamente connessa al movimento delle due polarità e non si sottrae a questo modello interpretativo.
L’ inverno in generale, rappresenta un movimento energetico di direzione discendente. Non a caso in genere, è il periodo più freddo dell’anno, le giornate si accorciano e se l’uomo fosse ancora legato all’ordine naturale degli eventi, la sua attività diminuirebbe. Adattare lo stile di vita alle circostanza stagionali dovrebbe essere un imperativo categorico.
L’inverno è (sarebbe!) il momento di ritirarsi per ricostituire le proprie riserve, per poi esprimersi al meglio
con l’arrivo della primavera.
Il Suwen, dice:
"I tre mesi dell’inverno sono chiamati chiudere e tesaurizzare;
L’acqua gela, la terra si screpola: Nessuno stimolo viene più dallo yang... Si esercita il volere come sotterrati e nascosti, come rivolti solamente verso di sé...
Cosi ci si conforma ai soffi dell’inverno,
via per il mantenimento della tesaurizzazione della vita"
L’organo che esprime energeticamente questo periodo è il rene (o per meglio dire, il sistema funzionale del rene). Fonte dello yin e dello yang e tasaurizzatore del prezioso jing; intimamente legato alla struttura portante del nostro corpo, le ossa, in particolare alla colonna vertebrale, alla base della quale troviamo, appunto, i reni, i quali simbolicamente la sorreggono. La colonna è anche espressione della nostra evoluzione.
Nella lettura legata ai 5 elementi il momento è legato alla fase acqua, non a caso l’acqua per analogia, è vista come espressione elementale orizzontale tendente ad andare verso il basso; soggiacente. L'acqua e i reni sono anche "memoria", memoria ancestrale e memoria attuale, un’energia acqua in equilibrio si manifesta anche attraverso una buona memoria, forse non a caso, quando siamo stanchi spesso dimentichiamo.
Lo "Zhi" (anima spirituale) è lo Shen del rene, la volontà è l’espressione psichica tipica di quest’organo. Il Suwen pone l’attenzione sull’esercitare il volere, con moderazione, senza eccessi, indicandoci la Via per salvaguardare la Salute, non impegnandosi in generale, con eccessi di responsabilità e lavori troppo gravosi (anche dal punto di vista mentale!), mentre, in particolare è opportuno rispettare l’indicazione nel periodo invernale, pena la perdita inesorabile del prezioso jing o "essenza", tesaurizzato dai reni, riserva profonda della nostra vitalità.
Nella società in cui viviamo, gli eccessi non mancano; l’eccesso di lavoro, la perenne attività (anche mentale!), rappresentano una delle grandi cause di disequilibrio se non di vera e propria malattia.
I ritmi di vita grazie alla tecnologia, sono sempre serrati, la climatizzazione, banalmente, anche l’illuminazione artificiale allontanano dalla nostra natura crono-biologica. L’abuso di quest’aspetto, mina alla base la nostra prospettiva di massima espressione del potenziale vitale, danneggiando la nostra "radice" i reni. La non osservanza dei ritmi vitali stagionali, mina in maniera subdola la salute individuale.
Dal punto di vista emotivo l’emozione che lede l’energia del rene e di conseguenza il potenziale vitale è la paura. In questo momento la nostra società sta vivendo un periodo di intensa difficoltà. Le vecchie certezze sono sparite; l’individuo si trova a vivere in un clima di costante insicurezza. Temere di perdere o perdere il posto di lavoro, preoccuparsi di non riuscire a far fronte agli impegni presi sono tutti elementi destabilizzanti, che minano il jing.
Non a caso, mai come in questi ultimi tempi si assiste ad una vera e propria epidemia di mal di schiena, indice del peso di una vita troppo gravosa. La condizione dei capelli, dell’udito, della libido, della memoria, della capacità di concentrazione, sono tutti indicatori della qualità dell’energia del rene. Rimanere centrati in se stessi, senza troppo preoccupazioni aiuta ad affrontare le difficoltà con maggiori mezzi a disposizione.
Tutta la base della cultura della società occidentale è espressione di un "volere" rettilineo e orizzontale, ascendente e senza soluzione d’arrivo, questa situazione così diffusa esprime un potente disequilibrio di base dell’energia acqua manifestandosi con una volontà iper-dominanante che non sa fermarsi, spingendosi oltre il proprio limite, in più "se il nostro cavallo è sfiancato", gli diamo una bella sferzata con svariate quantità di stimolanti; caffè, tabacco, energy drink, aggravando la situazione.
In sintesi, d’inverno più che in altri momenti, è opportuno evitare di stancarsi troppo - assumersi troppe responsabilità; farci intrappolare dal ritmo meccanico di un tempo obbligatoriamente lineare.
Ricaviamo del tempo che sia "vuoto" e favorisca l’introspezione. Fare una moderata attività fisica, senza eccedere, anche dal punto di vista ricreativo. In poche parole ascoltare il ritmo che la natura ci suggerisce.
Un’ora alla settimana, per sostenere la nostra vitalità.
Spesso gli impegni quotidiani e i ritmi serrati non permettono di rallentare, può essere un'ottima decisione ricavare un'ora alla settimana da dedicare a sè stessi, e ricevere uno o più trattamenti shiatsu.
Aver cura della propria alimentazione, praticare delle ginnastiche dolci, come gli esercizi Makko-Ho, il Tai Chi o il Qi Gong completano la cura della propria salute.
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Massimo Policardi
Operatore Shiatsu
Iscritto Registro Italiano Operatori Shiatsu N.1098
Lo shiatsu è una professione regolamentata dalla legge 04/2013